sábado, 3 de outubro de 2009

Sucessores de Dom Bosco








Sucessores de Dom Bosco



Dom Bosco e Pe. Miguel Rua na Vila Martí-Codolar
Barcelona, 3 de Maio de 1886
Padre MIGUEL RUA , Bem-aventurado (1837 – 1910)
Reitor-Mor de 1888 a 1910

Padre PAULO ÁLBERA (1844 – 1921)
Reitor-Mor de 1910 a 1921

Padre FILIPE RINALDI , Bem-aventurado (1856 – 1931)
Reitor-Mor de 1922 a 1931

Padre PEDRO RICALDONE (1870 – 1951)
Reitor-Mor de 1932 a 1951

Padre RENATO ZIGGIOTTI (1892 – 1983)
Reitor-Mor de 1952 a 1965

Padre LUÍS RÍCCERI (1901 – 1989)
Reitor-Mor de 1965 a 1977

Padre EGÍDIO VIGANÓ (1920 – 1995)
Reitor-Mor de 1977 a 1995

Padre JUAN EDMUNDO VECCHI (1931 – 2002)
Reitor-Mor de 1995 a 2002

Padre PASCUAL CHÁVEZ VILLANUEVA (eleito em 2002)


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STRENNA 2009 - UN VASTO MOVIMENTO PER I GIOVANI

di Pascual Chávez Villanueva


I DIRITTI UMANI
Colonna di base di ogni educazione
Don Bosco non poteva parlare di diritti umani dei bambini e degli adolescenti …(non esisteva neppure la categoria giuridica) ma è stato un precursore di tanti elementi della visione del bambino e dell’adolescente che oggi viene definita basata sui diritti umani.



Cari lettori e amici, noi siamo eredi e portatori di un carisma educativo che tende alla promozione di una cultura della vita e al cambiamento delle strutture. Per questo abbiamo il dovere di promuovere i diritti umani. La storia della Famiglia Salesiana e la sua rapida espansione anche in contesti culturali e religiosi lontani da quelli che ne hanno visto la nascita, testimonia come il sistema preventivo di Don Bosco sia una porta di accesso garantita per l’educazione. “Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini”, sono le indicazioni di Don Bosco ai suoi missionari. Ci rifacciamo a questa sua sensibilità certi che l’educazione ai diritti umani, in particolare quelli dei minori, è la via privilegiata per realizzare nei diversi contesti l’impegno di prevenzione, di sviluppo umano integrale, di costruzione di un mondo più equo, giusto e salubre. Il linguaggio dei diritti umani ci permetterà il dialogo e l’inserimento della nostra pedagogia nelle più differenti culture.

DIRITTI E DIGNITÀ
I diritti umani spettano a ciascun individuo in quanto “essere umano”; non dipendono dalla razza, dalla religione, dalla lingua, dalla provenienza geografica, dall’età o dal sesso. Sono universali, inviolabili e indisponibili. E in continua evoluzione. I diritti civili e politici, che vengono fatti risalire al tempo della Rivoluzione Francese (1789), nascono dalla rivendicazione di una serie di libertà fondamentali precluse ad ampi strati della popolazione: diritto alla vita, alla partecipazione politica, all’integrità fisica, alla libertà di pensiero, religione, espressione, associazione. I diritti economici, sociali e culturali sono stati sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948: diritto all’istruzione, al lavoro, alla casa, alla salute, all’autodeterminazione, alla pace, allo sviluppo, all’equilibrio ecologico, al controllo delle risorse, alla difesa ambientale, ecc. Infine ecco i diritti legati alla persona che riguardano le manipolazioni genetiche, la bioetica, le nuove tecnologie. Il rispettarli è una nostra responsabilità. Purtroppo le violazioni sono all’ordine del giorno, ed è evidente come gli strumenti e le prevenzioni esistenti non siano sufficienti a eliminarle. Pur in questa situazione, dobbiamo operare per il rispetto della dignità della persona. La Chiesa afferma che una corretta interpretazione e un’efficace tutela dei diritti dipendono da un’antropologia che abbraccia la totalità delle dimensioni costitutive della persona umana.

SALESIANI E DIRITTI DEI MINORI
Nel novembre 2002 ho avuto l’occasione di tenere una conferenza in Campidoglio, a Roma. Tema: “Prima che sia troppo tardi, salviamo i ragazzi, il futuro del mondo”. Scopo: illustrare il sistema preventivo in un’ottica di promozione del singolo ragazzo/a. Ognuno, infatti, va educato e riscattato nella totalità della sua vita e, secondo il nostro sentire, in una linea coerente con l’antropologia cristiana. Questo tipo di educazione esprime l’impegno a trasformare della società e ha un sogno ambizioso, che non ci siano più emarginati. Purtroppo ancor oggi la situazione è grave. I ragazzi e i giovani a rischio sono tanti, troppi; rappresentano per l’umanità un “grido inascoltato” e per la società un peso sulla coscienza: mentre si cerca di globalizzare l’economia, non si esprime altrettanto impegno per la promozione della dignità di ogni uomo. Ragazzi di strada, ragazzi soldato, ragazzi abusati, carcerati, schiavi, analfabeti, orfani, abbandonati, affamati… ecco le sfide che sollecitano le coscienze di tutti. I salesiani sono dalla parte dei giovani, perché come Don Bosco hanno fiducia in loro, nella loro volontà di studiare, di uscire dalla povertà, di prendere in mano il proprio futuro… I salesiani credono nel valore della persona, nella possibilità di un mondo diverso, e soprattutto nel grande valore dell’impegno educativo. I salesiani investono sui giovani, globalizzano l’impegno per l’educazione per preparare un futuro positivo per il mondo intero.

Il sistema preventivo, inoltre, punta sulla dimensione religiosa come la ricchezza più profonda della persona; perciò cerca, di orientare il ragazzo alla realizzazione della sua vocazione di figlio di Dio. È, questo, uno dei contributi più importanti che il sistema educativo salesiano offre a ragazzi, adolescenti e giovani in situazione di povertà e rischio psico-sociale. Si tratta di una chiara esperienza di solidarietà, orientata a formare “onesti cittadini e buoni cristiani”, cioè costruttori della città, persone attive e responsabili, consapevoli della loro dignità, con progetti di vita, aperti alla trascendenza agli altri, a Dio.

Fonte:
http://www.sdb.org/BS/articolo.aspx?newsID=
7838

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